Le tecniche di visualizzazione o imagery costituiscono la base di varie metodologie di allenamento mentale: supportano la creazione volontaria di un’esperienza – esclusivamente mentale – che riproduce l’esperienza reale (Brugnoli, 2008; Martin et al. 1999). Possono essere rappresentate immagini visive, sensazioni tattili e propriocettive, odori, sapori, e suoni.
In fase di assessment, è necessario indagare, per ogni atleta, il personale significato che le immagini evocate rivestono e le reazioni emotive che ne derivano.
La prospettiva, con cui vengono visualizzate le immagini, può essere interna o esterna. Nel primo caso, l’atleta visualizza se stesso da un’angolazione interna, come se stesse realmente svolgendo il compito immaginato.
La scelta dell’una o dell’altra prospettiva dipende dall’orientamento spontaneo dell’atleta (aspetti di personalità) e dalla situazione visualizzata (caratteristiche specifiche della disciplina).
Il ricorso alle immagini mentali può essere efficace nello sviluppo di numerose abilità necessarie a favorire l’esternazione di una prestazione ottimale favorendo:
– capacità di concentrazione
– fiducia in sé
– controllo delle reazioni emotive
– abilità tecniche e tattiche
– ottimizzazione del recupero da infortuni.
Nell’applicazione dell’imagery al training mentale, è utile osservare alcune importanti indicazioni, al fine di ottimizzarne l’efficacia (Martin, et al., 1999): sono imprescindibili vividezza, polisensorialità e controllabilità.
Brugnoli, P. (2008). Mental training nello sport. Milano: Red.
Martin, K. A., Moritz, S. E., & Hall, C. R. (1999). Imagery use in sport: A literature review and applied model. The Sport Psychologist, 13(3), 245-268.
Muzio, M. (2004). Sport: flow e prestazione eccellente : dai modelli teorici all’applicazione sul campo. Milano: FrancoAngeli